Avete mai visto le pubblicità Esselunga di qualche anno fa? Quelle con frutta e cibi vari accostati a giochi di parole che richiamavano personaggi celebri, tipo questa?
Ecco, noi le abbiamo riviste qualche giorno fa al supermercato e la reazione è stata la stessa di sempre: dolore fisico.
D'altra parte, molte persone che conosciamo le trovano curiose e divertenti: non a caso Esselunga aveva messo in vendita con successo quaderni e blocchetti che riportavano queste immagini in copertina.
Dal sito di Esselunga, inoltre, è tuttora possibile scaricare le pubblicità come sfondi per il desktop, e utilizzarle per creare inviti e segnaposti, menu e calendari personalizzati.
Facendo una piccola ricerca in rete, infine, ci siamo rese conto che, a parte qualche parodia, i commenti sulle pubblicità sono tutti positivi: l'agenzia Armando Testa ha fatto un ottimo lavoro.
Ma come funzionano queste pubblicità?
Per crearle, l'agenzia Testa ha scelto due mondi che normalmente sono ben distinti: il cibo (che ovviamente è il fulcro di tutta la campagna), e i personaggi storici, e li ha fatti incontrare in modo originale. Questo incontro/scontro si verifica sia sul piano visivo (la pagnotta con il copricapo da faraone) sia su quello linguistico (il gioco di parole), pertanto un piano rafforza l'altro. Una volta scelto il filo conduttore della campagna, l'agenzia si è sbizzarrita a inventare mille personaggi storico-gastronomici: sono nati così Piero della Franpesca, Rapanello Sanzio, Antonno e Cleopasta, e l'imperdibile Al Cacone (guarda l'elenco).
Lo scopo della campagna è probabilmente quello di sorprendere il lettore/cliente, e non c'è che dire: è stato raggiunto. Se poi la sorpresa sia positiva o negativa, lo lasciamo decidere a voi: siamo curiose di sentire che cosa ne pensate!
In ogni caso, può essere utile sapere che il meccanismo di queste pubblicità è lo stesso che fa funzionare barzellette e battute di spirito: anche queste si basano sullo scontro fra mondi diversi e sulla sorpresa che ne risulta. Visto che lavoriamo con le parole, approfondire questi meccanismi può sempre tornarci utile...
Per uno studio dell'umorismo e delle sue dinamiche, leggi L'umorismo nella comunicazione umana di Gregory Bateson (a cura di Pier Aldo Rovatti e Davide Zoletto, Raffaello Cortina 2006).
...ahem...le avevo apprezzate anch'io....adesso mi sento un pò tonta....
RispondiEliminaciao!
Marilena della Biblioteca Passerini-Landi
cara Marilena,
RispondiEliminanon c'è assolutamente da sentirsi tonti o intelligenti, è questione di gusti! E poi, come hanno osservato alcune amiche su Facebook, queste pubblicità hanno sicuramente un lato positivo: non fanno uso di donne nude!
Quello che ci interessava era il meccanismo che sta dietro a questi giochi di parole, cioè l'incontro/scontro tra due mondi diversi che a un certo punto coincidono e provocano l'effetto sorpresa.
E' lo stesso meccanismo che si ritrova negli scherzi e nelle barzellette, ed è proprio da quella sorpresa, da quei due mondi incongrui che improvvisamente trovano un punto di contatto, che nasce la comicità (che poi può far ridere di più alcune persone e di meno altre: anche con le barzellette succede così!).
Un caro saluto e a presto,
a me piacciono e trovo che l'operazione linguistica e creativa sottesa alla campagna non sia banale: l'accostamento di mondi distanti è per certi versi lo stesso adottato in poesia dove parole anche quotidiane assumono una forza inedita, la sorpresa che genera sorriso mi pare abbia a che fare anche con il sentimento del contrario di cui parla Pirandello nel saggio sull'Umorismo. Parlo da copy di pubblicità e mi pare una campagna intelligente, che oltretutto spinge il pubblico a interrogarsi sul personaggio di riferimento. perchè provate "dolore fisico"?
RispondiEliminanon mi piace essere anonima, ma non riesco a inserire il mio indirizzo, uffa, forse dovrei firmarmi "digital illiterate"...comunque paola.suardi@alteregocomunicazione.it
RispondiEliminaCiao Paola,
RispondiEliminainteressante il saggio sull'umorismo di Pirandello, ce lo leggeremo!
Siamo d'accordo con te sul fatto che sia una campagna molto ben studiata e perfettamente riuscita: tutti i commenti che abbiamo ricevuto ce lo confermano.
Purtroppo è un tipo di umorismo che con noi non funziona, ma appunto, dev'essere questione di gusti!
Un abbraccio e a presto,
Non metto in dubbio che qualcuno ci abbia lavorato per crearle ma le trovo molto stupide. I giochi di parole non sono idea nuova per accattivare il consumatore e se sono ben architettati, riescono nel loro intento di far ricordare il prodotto ma questi, sinceramente, sono assai banali e deludenti. Vero che non hanno utilizzato donnine nude per reclamizzare gli ortaggi del supermercato ma tra un ravanello e una ragazza in mutande c'è pur sempre un abisso di differenza da cui avrebbero potuto attingere. Insomma, direi che sono decisamente mediocri. Elena
RispondiEliminaCredo che, chi non sia dentro al mondo pubblicitario ma soprattutto fotografico faccia fatica a comprendere il lavoro ma... guarda caso, che piaccia a no tutti conoscono questa propaganda e tutti ne parlano. Onde per cui, complimenti allo staff assunto da esselunga perchè hanno centrato l'obbiettivo, fare ricordare,incuriosire e parlare di sè.
RispondiEliminaSilvia
Ciao Silvia,
RispondiEliminaconcordiamo con te: che piaccia o meno, tutti conoscono questa campagna pubblicitaria e tutti ne parlano (e continuano a parlarne a 7 anni dalla sua conclusione). Nel nostro piccolo ce lo conferma anche la quantità di visite ricevute da questo post, che è tra quelli più cliccati di tutto il blog! Segno che su Google molti continuano a cercare le vecchie pubblicità Esselunga...
Ciao Elena,
RispondiEliminasiamo contente di sentire la voce di qualcuno che non ha apprezzato la campagna pubblicitaria: sei decisamente fuori dal coro a quanto ci risulta dai commenti ricevuti!
Nemmeno noi amiamo particolarmente queste pubblicità, ma apprezziamo il meccanismo su cui si basano, la sorpresa che deriva dalla scontro di due mondi diversi (gastronomico e storico).
La sorpresa per noi non è così bella, ma a volte si può imparare molto anche dalle cose che non ci piacciono!
A presto