Ieri ci è caduto l'occhio sui dati del 2008 relativi all'analfabetismo in Italia e riportati in un articolo di Tullio de Mauro: su 100 italiani, 5 non sapevano leggere e scrivere. A questi, si aggiungevano 38 illetterati, in grado di decifrare a stento poche lettere e numeri. E non finiva qui: 33 italiani su 100 stavano un po' meglio dei precedenti, ma non erano in grado di comprendere un testo scritto di media complessità oppure un semplice grafico. Non c'è da stupirsi che in Italia si vendano pochi quotidiani.
Insomma, nel 2008 solo 20 italiani su 100 possedevano gli strumenti di lettura e scrittura necessari per vivere e lavorare in un Paese moderno, e questa percentuale era la più bassa tra quelle rilevate: solo lo stato messicano del Nuevo Léon aveva ottenuto risultati peggiori.
I dati sono preoccupanti e, a distanza di tre anni, niente fa pensare che le cose siano migliorate. Invece di tagliare le spese per l'istruzione, sarebbe il caso di aumentarle, e non solo: si dovrebbe anche cercare di raggiungere con interventi mirati le persone analfabete e illetterate ormai adulte.
In Italia esiste il Centro per il libro e la lettura, un istituto autonomo del Ministero per i beni e le attività culturali con sede a Roma, ma urgono altre iniziative più capillari.
Tra quelle che conosciamo, vi segnaliamo il progetto dell'associazione Donne di carta, i cui membri vanno nelle piazze e nelle biblioteche di tutta Italia a recitare a memoria brani di libri.
Se siete a conoscenza di altre associazioni o enti che promuovono il libro e la lettura, scriveteci!
Sul sito dell'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica trovate un interessante articolo che analizza nel dettaglio la questione dell'analfabetismo alla luce delle ricerche più recenti.
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