Ogni anno i dizionari vengono arricchiti di neologismi (come gollonzo e barbatrucco), ma per ogni parola che nasce ce n'è una che muore o è in fin di vita.
A volte questo accade perché la realtà è cambiata e il fenomeno (o l'oggetto) a cui la parola si riferisce non esiste più: è il caso di naja, autocoscienza e brillantina.
Altre volte si tratta di parole "antiche" come eziandio e obumbrato, già da tempo piuttosto desuete.
Fa specie, però, che tra le 2900 parole a rischio di estinzione segnalate dal dizionario Zingarelli 2011 ci siano anche intrepido e pavido, termini ancora piuttosto usati. Pare che i media tendano a sostituirli con sinonimi più comuni ma meno densi di significato, come coraggioso e pauroso.
Possiamo fare qualcosa per salvare queste parole in via di estinzione: continuare a usarle.
C'è anche chi ha pensato di riunirle in un libro dall'evocativo titolo Le parole disabitate. Raffaella de Santis ha raccolto 100 vocaboli del Novecento che hanno fatto la storia e se ne è servita per raccontare i fenomeni sociali del secolo, dalle adunate alle contestazioni, dal Carosello al flipper, senza dimenticare l'allunaggio.
Vi segnaliamo anche un blog interamente dedicato alle parole desuete, elencate qui in ordine alfabetico.
Per una recensione del volume leggi questo articolo di Stefano Bartezzaghi su Repubblica.
L'immagine è realizzata con Wordle.
Nessun commento:
Posta un commento