Di recente abbiamo assistito a un seminario in cui Bruno Osimo (traduttore e teorico della traduzione; vedi anche questo post) accennava al processo che porta dalla lettura di una frase alla sua comprensione secondo le teorie dello psicologo sovietico Vygotskij, che proviamo a esporre sinteticamente (qualunque intervento da parte di chi ne sa di più è il benvenuto!).
Stando a Vygotskij, quando leggiamo una frase nella nostra lingua, stiamo già facendo una traduzione: traduciamo il testo dal linguaggio scritto a un "linguaggio interno", che non fa uso di parole, ma di unità di senso mentali. Esistono quindi due lingue: quella che usiamo per comunicare con l'esterno, e quella che utilizziamo per parlare con noi stessi, trasformando le parole vere e proprie in pensieri.
Quindi, in un certo senso siamo tutti traduttori: un'azione apparentemente semplice come la lettura è in realtà una forma complessa di traduzione del linguaggio scritto in pensieri. (Fin qui Vygotskij; quello che segue è invece una nostra elaborazione. Per approfondimenti su Vygotskij, vedi il glossario di questa tesi, il cui relatore è appunto Bruno Osimo).
Questa riflessione di Vygotskij ci porta a trarre una conclusione molto interessante: se ognuno di noi ha un proprio linguaggio interno, diverso da quello di tutti gli altri, la stessa frase, letta da 10 persone diverse, viene interiorizzata in 10 modi diversi: ognuno ha una comprensione dell'enunciato leggermente differente da quella degli altri (non troppo, altrimenti non ci capiremmo affatto, ma abbastanza da generare piccole incomprensioni o disaccordi). La frase è una sola, ma nella mente dei lettori non ha un significato univoco: ognuno la interpreterà in maniera personale, in base alla propria esperienza.
Fin qui il caso di una sola lingua; per quanto riguarda i traduttori, invece, le cose si complicano, e l'atto di tradurre un testo dalla lingua straniera alla propria presenta un passaggio in più (il n. 3):
1. Lettura del testo originale
2. Traduzione da linguaggio scritto a linguaggio interno: percepiamo dentro di noi il significato della frase che abbiamo letto in lingua originale
3. Traduzione da linguaggio interno in italiano scritto: verbalizziamo in lingua italiana il significato che abbiamo percepito dentro di noi.
Perciò, quando traduciamo una frase, operiamo non una sola traduzione, ma due.
Le cose si complicano ulteriormente quando facciamo una revisione confrontando il testo originale con la versione tradotta: le fasi 1 e 2 esposte sopra vengono effettuate per la lingua di partenza e poi ripetute per la lingua italiana (3 e 4), e a queste si aggiungono una fase 5 di confronto e, eventualmente, una fase 6 di riformulazione:
1 e 2 come sopra
3. Lettura del testo tradotto
4. Traduzione da linguaggio scritto (del testo italiano) a linguaggio interno
5. Confronto tra il linguaggio interno prodotto dalla lettura dell'originale e quello prodotto dalla lettura dell'italiano
6. Eventuale modifica del testo italiano (attraverso la traduzione da linguaggio interno a linguaggio scritto).
Ecco perché le revisioni sono più faticose delle traduzioni: implicano diverse fasi in più.
(La foto di Vygotskij è ripresa da qui.)
Care Alessandra e Francesca,
RispondiEliminavorrei chiedervi di poter condividere il vostro interessantissimo articolo sul mio blog dedicato alla traduzione www.helptraduzioni.wordpress.com. L'idea sarebbe quella di inserirlo nella sezione topics con i vostri nomi in calce.
Fatemi sapere se siete d'accordo.
A presto,
Daniela Corrado
helptraduzioni@ymail.com
Cara Daniela,
RispondiEliminaci farebbe molto piacere!
E grazie per aver segnalato il tuo blog, abbiamo trovato molto interessante la parte sugli strumenti online.
A presto e buone traduzioni!