In questi giorni stiamo finendo di scrivere il nostro secondo volume su Orsigna (qui trovate il primo), il paesino della montagna pistoiese che Tiziano Terzani aveva scelto come rifugio (nelle foto di Alessandra vedete il mulino di Giamba e un particolare degli affreschi ritrovati).
Dopo aver raccontato la storia e le tradizioni di Orsigna nel primo volume, siamo state invitate a scrivere il secondo perché durante i lavori alla chiesa del paese sono stati scoperti e restaurati degli affreschi del 1832 di cui nessuno più ricordava l'esistenza.
È stata una di quelle volte in cui il lavoro ci ha veramente appassionato: ci siamo trasferite per una settimana a Orsigna, un paese isolato in fondo a una valle con una sola strada che finisce lì, e 50 abitanti sparsi in una decina di borgate. Si capisce bene perché Tiziano Terzani la considerasse il suo "ultimo amore" (dal titolo di un articolo pubblicato nella sua raccolta In Asia): ci sono solo montagne, silenzio e natura incontaminata.
Lì abbiamo fatto un sacco di ricerche per ricostruire la storia della chiesa e degli affreschi, andando a sfogliare anche i manoscritti antichi della biblioteca Forteguerriana e dell'Archivio della Curia vescovile di Pistoia e dell'Archivio Cini di San Marcello Pistoiese. Abbiamo anche fatto una lunga intervista al restauratore, Roberto Venturi, e parlato con la funzionaria della Soprintendenza che ha seguito il restauro. Diverse persone hanno collaborato mettendo a nostra disposizione testimonianze, foto e materiali per il volume.
Poi, con le valigie cariche di libri e fotocopie, siamo ritornate a Milano e, dopo aver studiato tutto il materiale, ci siamo messe alla scrivania.
I risultati si vedranno il 22 agosto, quando il libro sarà presentato a Orsigna in occasione dell'inaugurazione degli affreschi. Se vi trovate da quelle parti, vi aspettiamo!
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