domenica 4 ottobre 2015

Modi di dire tra pancia e cervello

Ti succede mai di dire, dopo aver letto un bel libro, “Me lo sono proprio gustato?”
Senza accorgercene, inseriamo spesso nei nostri discorsi espressioni legate al cibo applicandole alla lettura, alle idee o all’apprendimento, in un interessante connubio tra stomaco e cervello.

A quanto pare, ad esempio, abbiamo sempre voglia di cibo per la mente e siamo assetati di conoscenza; alcune persone, poi, sono intellettualmente onnivore e divorano un libro dopo l’altro.

Le informazioni devono essere stimolanti, e non la solita minestra riscaldata o le nozioni trite e ritrite di sempre, ma anche accessibili, altrimenti non sono pane per i nostri denti.

C’è però un limite fisico a quante ne possiamo assumere: non devono essere troppe tutte insieme, altrimenti ci imbottiamo la testa, non riusciamo a digerirle e assimilarle come si deve, e magari ci va in pappa il cervello.

Le idee devono avere una certa coerenza: se sono troppo eterogenee rischiamo di fare un minestrone, e quando vengono usate fuori dal contesto sono come i cavoli a merenda. Se invece troviamo proprio quelle che fanno al caso nostro, sono come il cacio sui maccheroni.

Buone letture e bon appétit, qundi, e se vorrai segnalare nei commenti qualche altro modo di dire tra pancia e cervello, ne saremo... deliziate!

Per scoprire altre espressioni legate al cibo (e non solo), consulta anche il Dizionario online dei modi di dire sul sito del Corriere e il Glossario delle frasi fatte di Wikipedia.


Se ti interessano i modi di dire, leggi anche gli altri post sull'argomento: I modi di dire biblici, una vera... Babele, Dare i numeri... con i modi di dire, Tradurre modi di dire e proverbi, Vuole una sportina? (E altri usi regionali), "Arrivare dopo i fochi" e altri modi di dire dialettali
La foto di Petr Katrochvil, di pubblico dominio, si trova qui.

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