In quale via abiti?
Siamo pronte a scommettere che la tua via è intitolata a un uomo, come quasi tutte quelle d'Italia.
Per quanto ci riguarda, ad esempio, tolte le strade dedicate a località (ponti, montagne, isole e città) abbiamo vissuto in via Pietro Toselli, via Riccardo Zandonai, via Ferdinando Paoletti, via del Caravaggio, piazza sant'Agostino e via Pellegrino Tibaldi, ma mai in una strada con un nome di donna.
Su 100 vie d'Italia, infatti, in media soltanto 8 sono intitolate a donne: se passeggiamo per la città guardando i cartelli, ci ritroviamo circondati da una serie di uomini più o meno illustri (sfidiamo qualcuno a dirci chi fosse Ferdinando Paoletti... no, cercare su Internet non vale!), ma sempre e solo uomini.
Le poche donne presenti sono per lo più sante, Madonne, religiose o benefattrici, ma solo raramente esponenti del mondo culturale o politico, come se nessuna donna avesse mai scritto un libro, contribuito al progresso scientifico o ricoperto degnamente una carica pubblica.
La cosa è talmente scontata che nemmeno ce ne accorgiamo, e neppure noi ci avevamo fatto caso: per rendercene conto abbiamo dovuto partecipare a un intervento del gruppo Toponomastica femminile all'interno della rassegna Leggere la città.
Poiché anche i nomi di strade e piazze contribuiscono a creare la nostra cultura, definendo quali siano le figure degne di essere ricordate, il gruppo Toponomastica femminile chiede alle giunte comunali di tutta Italia di dedicare i luoghi pubblici alle donne per compensare il sessismo della toponomastica attuale. Leggi le sue proposte sul sito.
Il cartello riprodotto sopra si usa in Germania nelle aree pedonali; sul cartello italiano si vede invece la figura di un uomo.
Se l'argomento ti interessa, ti segnaliamo anche il post "Una lingua per le donne".
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